No alla schedatura dei Rom

I NOSTRI CORPI CONTRO IL RAZZISMO DI STATO 

La schedatura dei Rom dei “campi nomadi”, compresi ragazzi dai 6-14 anni, è una schedatura di tipo razzista (rivolta ad una sola sola etnia) che viola le leggi della Coscienza Sociale, la Costituzione (art.3), la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (art.1-2), le norme del Consiglio d’Europa e la Convenzione Internazionale –ONU dei Diritti dell’Infanzia.

CAMPI NOMADI PRODUTTORI DI MORTE

I “campi nomadi” sono campi di concentramento, di “segregazione etnica” (secondo il Consiglio d’Europa), per Rom e Sinti: vittime e prigionieri di una violenta discriminazione che perdura da cinquecento anni. Per il solo fatto di esistere i “campi nomadi”, producono “morte sociale”, civile, colposa, dolosa, preterintenzionale, premeditata, istituzionale. Il problema non sono le persone residenti e la devianza, da dirimere con presidi di Polizia, coi “patti” e telecamere, con le schedature etniche, ma i “campi”. Le operazioni di polizia, che cer-cano di “normalizzare” i campi risolvono un aspetto ma non il “pro-blema”, curano il sintomo – non la causa. I “campi” sono da reprimere, e chiudere, non le persone che vi risiedono.

ITALIA: IL PAESE DEI “CAMPI”

In tutta Europa l’Italia è conosciuta come “il paese dei campi”, l’unica nazione che perpetua una politica di segregazione etnica con l’internamento di intere famiglie nei cosiddetti “campi nomadi”. Nati negli anni settanta del secolo scorso, da contenitori di umanità in risposta ad una emergenza abitativa per profughi, si sono trasformati in campi di concentramento stabili ed Istituzionali: nuovi “zigeuner lager” dove non c’è bisogno di “soluzione finale” perché i Rom e Sinti vi muoiono di “incidenti”, di malattia, di diritti negati, di esclusione continua e determinata dall’accesso al lavoro, alla casa, alle cure sanitarie, di perdita dei pochi diritti di cittadinanza, … di induzione alla devianza ed alla criminalità. La “speranza” di vita alla nascita nei “campi nomadi” è inferiore di trent’anni ai residenti nelle case.

ROM/SINTI I PIU’ DISCRIMINATI D’EUROPA

Anche nel 2007 (e l’anno prima, e prima ancora), i Rom/Sinti sono le popolazioni più discriminate e sottoposte ad atti di violenza razziale d’Europa –secondo gli stessi monitoraggi della Comunità Europea.

OBIEZIONE CIVILE E RESISTENZA

Di fronte a questo “razzismo di Stato” ci mettiamo a disposizione per fare “interposizione umanitaria”, di fronte ad ogni schedatura dei residenti nei “campi nomadi”, a promuovere disob-bedienza civile e boicottaggio verso Prefetture e Croci Rosse coin-volte e complici di razziste schedature che vanno ad etichettare e bollare le vittime di una segregazione promossa dalle stesse istituzioni..

Attiviamoci per promuovere pratiche e politiche di integrazione sociale, a partire dalla casa-lavoro-permesso di soggiorno per Rom immigrati, che riducano le cause della discriminazione ed emar-ginazione sociale dei Rom.

Rovigo Opera Nomadi – Biancoenero

Immagine: bimba rom, schedatura III reich 1941 c.ca

NOTE A MARGINE

CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER ZINGARI

Nei lager, campi di concentramento nazi-fascisti, via via ma a partire dal 1934, cominciarono ad essere rinchiusi: oppositori politici, “zingari”, Ebrei, Disabili, Omosessuali, Testimoni di Geova. La “solu-zione finale”, con l’assassinio dei prigionieri, avvenne anni dopo a partire dal 1943. I popoli e gruppi “differenziati” dal regime nazi-fascista sono stati tutti riconosciuti, riabilitati ed accettati ad eccezione degli “zingari” che sono ancora considerati “criminali” e “asociali” e costretti a risiedere in “cam-pi di segregazione razziale”. Sottoposti a “trattamento differenziale” poiché la società italiana ritiene che non facciano parte della “comune umanità”.

UNA GUERRA SECOLARE DI ESCLUSIONE SOCIALE

E’ in atto, ma perdura da secoli, una guerra di discriminazione ed esclusione sociale, a tutti i livelli, a partire dai bambini, verso i Rom e Sinti d’Europa. Con modalità di emarginazione più o meno diverse, in durezza e repressione, a seconda della storia, della cultura e dello “sviluppo sociale” dei vari Paesi. Una discriminazione che sì è trasformata in un pre-giudizio che è diventato quasi un archetipo.

RAZZISMO STRUTTURALE

Una quota di razzismo sembra connaturata e strutturale al sistema sociale italiano e la discriminazione colpisce soprattutto i Rom, al primo posto anche rispetto agli Immigrati e ad altri “diversi”, mi-noranze e gruppi. Ma, negli ultimi tempi, per una serie di cause concatenatesi, si è creata una specie di paranoia istituzionale (generatrice di falsa in-sicurezza e mania di persecuzione) che ha fatto ribollire la quota di razzismo organica tracimando un’ondata di razzismo xenofobo contro i Rom –a partire da quelli romeni.

APPROFONDIMENTI

Rom anch’io Per una ri-conciliazione nazionale coi Rom/Sinti

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